sabato 11 agosto 2007

Rex Stout - Nero Wolf discolpati

Ai tempi di Cesare, un drappello di soldati in esplorazione nel Sahara viene “sbranato” da una fiera invisibile d’inaudita potenza e crudeltà rinchiusa in una torre misteriosa, il Male allo stato puro; si salva solo un aruspice grazie al suono del suo sistro. Negli anni Trenta del ventesimo secolo, un certo Desmond Garrett scompare nella stessa zona del deserto e il figlio Philip si mette sulle sue tracce. Insieme a lui, intraprendono l’impresa anche un colonnello della legione straniera che vuole vendicare la scomparsa del suo reggimento e un prete che mette alla prova la sua fede. Naturalmente il Vaticano recupera e custodisce generosamente un misterioso libro ritrovato da Desmond Garrett e da padre Antonelli, un suo collega gesuita, che si rivela essere una sorta di Bibbia nera che narra la storia alternativa dell’uomo, dalla sfida lanciata a Dio dopo la cacciata dal paradiso terrestre. Un gruppo di uomini, infatti, si stabilì nella misteriosa Torre della Solitudine, al confine con l’Eden, per cercare di sorprendere l’angelo guardiano e rientrarne in possesso. Da qui l’origine dei Blemmi, mostri mitologici senza volto di cui parla anche Plinio. Non manca nemmeno una civiltà fiorente e dimenticata di una splendida oasi, a cui appartiene la bella Arad, nelle cui vene scorre il sangue delle antichissime regine di Meroe, anch’essa alla ricerca della Torre della Solitudine per guarire sua madre resa insana dalla visione della faccia di uno dei Blemmi: inutile dire che la sua tribù combatterà a fianco degli europei nel tentativo di liberare l’umanità, e che Arad si innamora (ricambiata) di Philip Garrett. A completare la serie di personaggi, il cattivo di turno, l’infame Selznik, che si scopre perfino essere il fratello di Desmond Garrett (e lo sa solo la Chiesa, ovvio!). Senza dimenticare l’inventore Guglielmo Marconi, a cui i gesuiti commissionano una potente radio in grado di captare segnali dalla costellazione dello Scorpione. Alla fine, nel finale più breve della storia, la misteriosa torre si rivela un trasmettitore (con la divinità? Con lo spazio profondo?), ma non si sa nulla del messaggio in questione e tutto resta sospeso, sia la trama che la vita stessa dei protagonisti. È stata la prima volta che ho letto un romanzo di Valerio Massimo Manfredi, e non so se sia stata la scelta giusta per cominciare a farlo. Più che una sorta di nostrano Wilbur Smith, sembra di leggere un autore americano di Weird Tales. La trama è, per quanto delirante, piuttosto fiacca, e ricalca a più riprese i film di Indiana Jones (c’è la ricerca del padre, come pure la città di Petra), mentre l’autore cerca di stupire con un’eccessiva abbondanza di termini desueti (per lo più assolutamente inutili). È interessante la trovata del libro che narra una versione alternativa della Genesi, quasi in stile Lovecraft: l’autore avrebbe potuto approfondire di più gli effetti della sua lettura sui religiosi sconvolti.

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