martedì 3 giugno 2008

Pelham Grenville Wodehouse - Lampi d’estate

Primo romanzo del cosiddetto “ciclo di Blandings”, ambientato in una tenuta (il castello di Blandigs) della tranquilla campagna inglese. Signore della tenuta, Lord Clarence, nono conte di Emsworth, un placido sessantenne affetto da sordità psicosomatica e con la passione per le rose e l’allevamento della sua scrofa nera da esposizione, nota come l’Imperatrice di Blandings, messa all’ingrasso per imporsi, per il secondo anno consecutivo, nella Fiera Agricola dello Shropshire. Ad affiancarlo, suo fratello Galahad Threepwood, chiamato affettuosamente “Gally”, ex libertino impenitente, impegnato ora nella stesura di un libro di memorie in grado di raccontare episodi bizzarri e avventure strambe dei membri dell’aristocrazia. Insieme a loro, vive la sorella Lady Constance, impegnata costantemente a osteggiare tutto quello che può portare in cattiva luce il buon nome degli Emsford (e in particolare, quindi, il libro di memorie di Galahad). Vi è poi il segretario personale del conte, Hugo Carmody, che ha una relazione con la nipote di Clarence, Millicent; che deve rimanere  segreta in quanti fortemente osteggiata (soprattutto da Lady Constance) a causa del differente lignaggio; nella stessa situazione si trova anche Ronnie Fish, nipote anche lui del conte e grande amico di Hugo, innamorato di una corista ballerina nera, Sue Brown, e costantemente impaurito dal veto che sua madre, Lady Julia (altra sorella di Clarence), e sua zia Constance potrebbero porre se venissero a conoscenza di tale relazione (e per questo Sue arriva al castello sotto lo pseudonimo di Myra Schoonmaker, che gli Emsworth vorrebbero sposa di Ronnie. A completare il quadro, il maggiordomo Beach, che viene coinvolto da Ronnie nel furto del maiale; l’ex segretario di Lord Clarence, Rupert Baxter, appoggiato da Lady Constance e intenzionato a riprendersi il suo vecchio incarico, nonostante Lord Clarence lo reputi completamente pazzo; Percy Pilbeam, ex giornalista e ora investigatore, che viene contattato da Hugo per il recupero del maiale, ma in realtà innamorato di Sue; il vicino Sir Gregory Parsloe-Parsloe aspirante politico e concorrente di Lord Clarence nell’allevamento di suini, sospettato da quest’ultimo del furto del suo maiale ma in realtà interessato a mettere le mani sul compromettente libro di memorie Galahad (e per questo egli assume Percy Pilbeam). Una commedia degli equivoci bizzarra e surreale, dove le coppie di innamorati sono addirittura due e in cui esse si trovano a dover superare una serie di varie complicazioni che ne mettono a repentaglio il felice esito. Wodehouse (folgorante già dalla prefazione in cui dice che un suo critico «è stato probabilmente divorato dagli orsi, come i bambini che si facevano beffe del profeta Elia») si diverte nel giocare con l’inconfondibile flemma britannico («Sir Gregory riuscì a trattenere gli occhi nelle orbite un secondo prima che gli sporgessero fuori dalla testa al di là di ogni possibile recupero») ma lo fa con garbo, saggezza e misura, e conquista con uno stile piacevole e scorrevole, pieno di arguzie, facezie, nonsense e amene scempiaggini all’inglese («La prossima volta che ti porto una notizia sensazionale fa il piacere di scomporti un po’ di più»; «Lei sa cos’è un maiale, vero? Se no, temo che ci attendano lunghissime e noiose spiegazioni»), non disdegnando la creazione di proverbi («Non serve il cappello per accusare un uomo di abigeato») o citazioni letterarie più o meno esplicite («disse piantando gli occhi in quelli del fratello come un Vecchio Marinaio di Coleridge»; «Sembrava un personaggio di Ibsen, venutogli in mente in un momento di speciale malumore»; oppure la parodia di Sherlock Holmes qualche l’usciere dell’agenzia investigativa ha «la tentazione di rispondere che, a parte le banali deduzioni che il visitatore era massone, mancino, vegetariano e di ritorno da un viaggio in oriente, dal suo aspetto non si poteva inferir molto»). Memorabili le scene di Ronnie che fa rimbalzare la palla da tennis sul dorso dell’Imperatrice di Blandings, dello sproloquio di Hugo sulla danza, dello scontro di Ronnie in stato di esaltazione guerresca contro i camerieri, dell’incontro tra Hugo e Millicent nella casetta con lei che scambia i grugniti del maiale per un pericoloso tedesco. Tutto ciò fa di Wodehouse un genio assoluto e trasforma la lettura in un’esperienza memorabile, in cui ogni riga è fonte inesauribile di risate.

Nessun commento:

Posta un commento