New York è una giungla di rossetti, «uno dei posti dove una donna può non solo
sopravvivere, ma dominare». Questo il teorema del libro di Candace Bushnell
(famosa autrice di
Sex & The City e ritenuta, chissà perché, una
scrittrice di talento), da cui è stata pure tratta l’omonima serie televisiva
che avrebbe dovuto rilanciare Brooke Shields ma che si è rivelata un flop. Ora,
i perché dell’insuccesso sono presenti già tutti nel romanzo, che vorrebbe
essere lo stesso
Sex & The City (che già come romanzo non
funzionava) in salsa più matura, con più drammi esistenziali da sgallettate over
quaranta piene di responsabilità lavorative-casalingo-familiari, con un miliardo
di cose da fare ma ancora bellissime, dinamiche, giovanili e attraenti.
Ovviamente, sono ricche e potentissime ma in fondo (ebbene sì) persone normali e
semplici coi problemi delle persone normali e semplici. C’è Wendy Healy,
presidente della Parador Pictures, che sta lavorando alla produzione del film
più importante della sua carriera, quello che alla fine dovrebbe valerle il
tanto agognato Oscar, ma che è posta di fronte alla scelta famiglia o carriera,
col marito fighetto che si sente umiliato perché lui non fa niente ed è
mantenuto dalla moglie; la situazione peggiore sempre di più, finché il marito
non chiede il divorzio e fugge coi figli per continuare a fare il padre (e poi
si parla di fuga dalle responsabilità…). C’è Nico O’Neilly, direttrice della
patinatissima rivista
Bonfire, che ha un marito con cui non fa più
sesso da una vita e pure una figlia, ma comincia una torrida relazione con un
modello di biancheria intima (si sa, la routine uccide la passione); si liscia
il suo mefistofelico capo megagalattico per far fuori un suo superiore e
soffiargli il posto, poi ha una crisi di coscienza e si pente, quindi lascia
l’amante per il bene della famiglia. Infine, Victory Ford fa la fashion
designer, ha una storia con un miliardario eccentrico ma rischia di mandare
tutto all’aria per la sua smania di non venire aiutata da nessuno (lei non ne ha
bisogno, e non vuole ringraziare nessuno). La morale è tutta qui: le donne di
successo fanno fatica a venire accettate dagli uomini, ma fanno fatica anche
loro ad accettare uomini più vincenti, e non possono che avere i problemi che
tutti gli uomini hanno con le moglie se accettano diventare loro “uomini”
all’interno del loro rapporto. Troppa grazia. Almeno la Kinsella e la Weisberger
sono divertenti, la Bushnell mantiene sempre un tono serioso e melodrammatico
che fa affogare il tutto nel grigiore e nella noia. Per di più, se anche la
bolsissima serie ha sentito la necessità di cambiare trama dopo il primo
episodio, forse ci sarà un perché.
non sono assolutamente d'accordo con quanto scritto sopra. Io l'ho trovato divertente e per nulla noioso al contrario della Kinsella che scrive sempre e solo le stesse cose...lei sì che è ripetitiva e per nulla coinvolgente.
RispondiEliminaMah, opinione mia, la Kinsella è sempre divertente se presa per quello che è. La Bushnell è noiosissima, almeno per i due libri che ho letto (anche se è passato un secolo)
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