domenica 3 maggio 2009

John Dickson Carr - Il cappellaio matto

È la prima volta che mi avvicino a uno scrittore molto quotato come John Dickson Carr, autore di gialli e considerato uno specialista dei misteri della camera chiusa, ma devo dire di esserne rimasto parecchio deluso. L’idea è decisamente accattivante: i giornali d’Inghilterra sono tutti occupati a parlare di quelli che sembrano gli innocui scherzi di un burlone, soprannominato il Cappellaio Matto, che si diverte a tirare bizzarri scherzi alla cittadinanza (sottrae la parrucca a un giudice e la mette a un cavallo da piazza, e ruba il cappello di un noto uomo d’affari per sistemarlo sulla testa di uno dei leoni di Trafalgar Square), facendo divertire tutta Londra. Ma quando un cadavere (quello del giornalista che si occupava della cronaca del caso) viene trovato alla Torre di Londra trafitto da un dardo di balestra (che poi si scopre essere un gadget turistico acquistato in Francia), lo scherzo sembra essere andato oltre il lecito, e la vicenda viene complicata ulteriormente dal furto di un misterioso manoscritto di Edgar Allan Poe valutato diecimila sterline e conteso tra un collezionista e un lord che ha un fratello con qualche problema coniugale (il giornalista ucciso è nipote del primo e amante della moglie del secondo). Protagonisti dell’indagine un gruppetto di ufficiali giudiziari tra cui spicca il dottor Gideon Fell, strano e bonario soggetto dal fisico di tricheco, amante del fumo e del bere, che svela ogni mistero tra sbuffi e sospiri a suon di citazioni (stiamo parlando di composti signori dall’aria decisamente rispettabile, che pronosticano un’imminente crisi del regno britannico per l’invasione dei cocktail americani nei pub e che addirittura si vantano di avere una moglie che come scusa del loro mancato coinvolgimento a un party di lavoro adduce il delirius tremens!). Speravo che il personaggio del Cappellaio Matto (derivato dichiaratamente da Alice nel paese delle meraviglie) fosse utilizzato meglio e più a lungo, invece dopo le prime pagine esce subito di scena e il giallo si rivela la solita pedante indagine di omicidio con tutti gli ingredienti del caso e, soprattutto, priva di qualsiasi guizzo, con un tasso di lentezza esagerato anche per il genere in questione. Interessante però la location della Torre di Londra.

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