mercoledì 27 marzo 2013

Alexandre Dumas, Roy Thomas, Hugo Petrus - La Maschera di Ferro

Particolare questa graphic novel, scritta da Roy Thomas (un personaggio che non ha certo bisogno di presentazioni nel campo del fumetto) e illustrata da Hugo Petrus per la Marvel, basata sulla conclusione del ciclo dei moschettieri di Alexandre Dumas, in particolare sulla terza e ultima parte del fluviale Il Visconte di Bragelonne. Magari non si distingue per i disegni o i colori e deluderà chi cerca l’originalità a tutti i costi, ma per un appassionato di Dumas è un acquisto fortemente consigliato, dal momento che presenta una vicenda evocativa e poco frequentata (almeno non è il solito I tre moschettieri in una delle sue infinite varianti, spesso fantasiose) e, soprattutto, presenta un buon livello di scrittura, che rispetta il romanzo, il suo senso dell'onore e dell’amicizia, le sue caratterizzazioni e il genio del suo autore (cose che, in definitiva, la fanno addirittura apparire un capolavoro epocale se confrontata con il film L’uomo dalla maschera di ferro con Leonardo di Caprio, sul quale è meglio non spendere una sola parola). Nell’introduzione, Roy Thomas spiega che è ironico che la Marvel abbia realizzato un adattamento di questo romanzo perché, quando nel 1962 avevano creato il più grande cattivo dell’Universo Marvel, il Dottor Victor Von Doom, Stan Lee e Jack Kirby si erano ispirati proprio all’immagine della Maschera di Ferro di Dumas, figura potente e in grado di diventare un’icona anche se nel romanzo originario appare in scena assai di rado, perché Philippe, il tragico fratello gemello di Luigi XIV, indossa il suo elmo di metallo soltanto dopo essere stato inviato dal re in prigione, dopo che il piano di Aramis (il moschettiere più astuto, che ora è vescovo e manipolatore machiavellico) di scambiarlo con il vero monarca è stato smascherato. La vicenda inizia con Aramis e il suo complotto per sostituire il re con il fratello gemello Philippe tenuto segregato alla Bastiglia, sotto falso nome, per motivi politici, anche se la sceneggiatura inserisce nella narrazione dei rimandi a episodi risalenti a opere precedenti del ciclo (la famigerata scena dell’incontro tra d’Artagnan e i tre moschettieri con il consueto triplice duello interrotto dalle guardie del cardinale, ma anche quella di Athos che affronta Luigi XIV riguardo alla relazione del re con Luise de La Vallière, la donna amata da suo figlio Raul, il Visconte di Bragelonne, con Athos che viene quasi gettato a sua volta nella Bastiglia) per permettere a tutti di capire di cosa si sta parlando senza essere costretti a leggere i volumi precedenti. L’intrigo della sostituzione del sovrano è sventato subito grazie a d’Artagnan e soprattutto a Fouquet, l’abile e disinvolto intendente alle finanze al cui si servizio si trova proprio Aramis: il falso Luigi, l’aspirante al trono di Francia, è rinchiuso a vita in una segreta, con il volto imprigionato da una maschera di ferro inamovibile in modo che la fisionomia ne rimanga celata. Fouquet, travolto dall’odio del suo nemico Colbert e, malgrado la prova di dedizione fornita al sovrano in questo frangente, non riesce a riconquistarne il favore e a evitare l’arresto. A espugnare la sua fortezza di Belle-Isle, dove nel frattempo si è rifugiato Aramis in compagnia di Porthos, e a colpire i responsabili del tentativo sedizioso è inviato d’Artagnan il quale, spinto dall’amicizia, cerca di favorire la fuga dei due. L’erculeo e generoso Porthos, al tempo stesso succube, strumento e vittima del sottile Aramis, soccombe schiacciato dai massi di un’esplosione che lui stesso ha provocato, mentre il compagno riesce a mettersi in salvo in Spagna, da dove continuerà  tessere sottili maneggi e intrighi internazionali, e tornerà addirittura riconciliato con Colbert come diplomatico fondamentale per le sorti delle imprese belliche di Luigi XIV. Nel frattempo l’aristocratico Raul, una volta resosi conto dell’impossibilità di coronare il sogno d’amore e non sopportando il pensiero di Louise tra le braccia del sovrano del quale è divenuta l’amante, cerca la morte in combattimento, provocando, così, sia pure indirettamente, quella del padre Athos, che non regge al dolore. Come il romanzo, anche la graphic novel si chiude con la morte di d’Artagnan nei Paesi Bassi, proprio mentre riceve una lettera con la quale Colbert gli comunica la nomina a maresciallo di Francia, il sogno che egli ha accarezzato per tutta la vita. E, per quanto si possa conoscere a menadito il romanzo, la morte dei moschettieri fa sempre venire una stretta al cuore come la prima volta, anche letta in questa versione.

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