domenica 8 settembre 2013

Arto Paasilinna - L'anno della lepre

Se pensate che gli scandinavi siano sempre depressi e inclini al suicidio, questo è il libro che fa per voi. Di non stretta attualità editoriale, essendo stato pubblicato nel 1975 e pubblicato da Iperborea (nel suo inconfondibile formato alto e stretto) nel 1994, L’anno della lepre del finlandese Arto Paasilinna è un delizioso romanzo umoristico on the road a sfondo ecologista che interpreta il desiderio poetico di fuga dall’inappagante realtà quotidiana. Il protagonista è un giornalista quarantenne, Vatanen, che una sera, tornando in macchina a Helsinki da un servizio fuori città con un collega fotografo, investe una lepre, che fugge ferita nel bosco. Vatanen la insegue, vede che ha una zampa rotta e la soccorre, sparendo con lei nel bosco, sordo ai richiami del collega. Da questo momento inizia il racconto delle sue stravaganti (e spesso esilaranti, dissacranti e surreali) avventure, un viaggio (a suo modo “iniziatico”) che è un pellegrinaggio senza meta verso nord, di villaggio in villaggio, di foresta in foresta, lungo la Carelia, in fuga da un lavoro vuoto e opprimente, da una moglie insopportabile, da una società conformista e perbenista: incontra un ex commissario ora pensionato che fa il pescatore, convinto che il presidente finlandese Kekkonen sia stato sostituito da un sosia partendo dall’analisi del suo cranio nel corso di vari anni (e la prova sarebbe costituita dal fatto che anche il suo modo di pensare è cambiato, essendo divenuto più progressista, più giovane di spirito, al punto di fare scherzi in pubblico); durante un incendio nella foresta si imbatte in un uomo pieno di grappa e disperato di aver perso tutto nell’incendio, tranne i primi dieci litri di liquore da lui distillato clandestinamente, e finiscono così per sbronzarsi, dimentichi della foresta che brucia; subito dopo, Vatanen incontra un guidatore di bulldozer impazzito che si arena in mezzo a un lago pretendendo di essere salvato, e aiuta una mucca a partorire e la salva da una palude. In un villaggio, un pastore luterano cerca di vendicarsi della lepre che gli ha seminato palline di sterco davanti all’altare sparandole dentro la chiesa con il risultato di ferirsi a un piede; Vatanen incappa nel cadavere di un vecchio e viene accusato di profanazione di cadavere, quindi, sempre peregrinando, in un vecchio tagliaboschi lappone a cui insegna a nuotare nel fiume ghiacciato e con sui si ritrova a recuperare e vendere residuati bellici della Seconda Guerra Mondiale; fronteggia un corvo che fa razzia delle sue provviste e un seguace della religione primitiva che gli sottrae con l’inganno la lepre per sacrificarla agli dei pagani; viene coinvolto in una caccia all’orso durante un programma di operazioni militari per le ambasciate straniere, quando una signora svedese non intende restituire la lepre e Vatanen deve intrufolarsi a un noiosissimo pranzo diplomatico; recuperata la lepre, fugge da un incendio, si risveglia da una pesante sbornia e scopre di essersi fidanzato, ha una brutta avventura a sud e torna a nord a caccia dell’orso già incontrato, lo affronta e lo segue fin oltre il confine con l’Unione Sovietica. Ed è al ritorno nella burocratica Finlandia che lo spirito anarchico e sovversivo di Vatanen, insieme alla sua volontà di inseguire la libertà, ha il decisivo sopravvento. Concedetegli una possibilità: Paasilinna vi conquisterà.

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