lunedì 11 maggio 2015

Francesco Alò - Monty Python

Monty Python: un nome leggendario, un gruppo di attori/sceneggiatori/registi in grado di cambiare la comicità moderna (e non solo), autori di una serie di culto sulla BBC tra il 1969 e il 1974 (Monty Python’s Flying Circus) e di quattro film (E ora qualcosa di completamente diversoMonty Python e il Sacro GraalBrian di Nazareth e Monty Python – Il senso della vita), oltre che di una serie infinita di progetti solisti che non ha riguardato solo il cinema e la televisione ma anche l’editoria, la musica e il teatro. In Gran Bretagna sono delle leggende entrate a pieno titolo nella lingua inglese (nel dizionario c’è il termine pythonesque), citati e conosciuti da generazioni di fan cresciuti con loro (per non parlare dell’influenza da loro esercitata su schiere di comedians americani, dal Saturday Night Live a South Park e I Simpson); in Italia, invece, come spesso accade, sono arrivati tardi, solo grazie al Gran Premio della Giuria al festival di Cannes del 1983 per Il senso della vita e poi a inizio anni Novanta con l’uscita in ritardo di E ora qualcosa di completamente diverso e di Brian di Nazareth (considerato troppo scomodo e blasfemo per la sua ambientazione coeva alla vita di Gesù Cristo), etichettati come esempio di comicità “demenziale”. L’Italia sembra anzi continuare a essere un palcoscenico difficile per i Python, come conferma questo primo e unico libro italiano a loro dedicato dal simpaticissimo e competentissimo Francesco Alò, critico cinematografico con decine di collaborazioni e ora volto del canale BadTaste.it che personalmente seguo sempre con grande piacere. Alò è un fan del gruppo e realizza (o per meglio dire ha realizzato, visto che il libro è uscito più di dieci anni fa) un’opera completa e rigorosa, senza per questo essere seriosa o pedante, che prende nel dettaglio la vita dei sei membri del gruppo (John Cleese, Graham Chapman, Eric Idle, Terry Jones, Michael Palin e Terry Gilliam), la loro attività, la loro carriera e il loro eclettismo (Terry Jones ha pubblicato un’opera su Geoffrey Chaucer studiata in ambito accademico!), con un occhio di riguardo per la loro produzione di gruppo (i Monty Python non hanno più fatto nulla insieme dal 1983, ma alcuni di loro hanno partecipato a film o programmi in due, tre o quattro allo stesso tempo, ragion per cui è difficile riuscire a discernere nella loro produzione ciò che è dei Monty Python è ciò che non lo è, quarta serie del Flying Circus compresa, visto che fu realizzata senza John Cleese). Analizza le caratteristiche della loro comicità surreale, anarchica, provocatoria e corrosiva, che «fotografa nervosamente la società industriale e si nutre di un’attrazione morbosa per la comunicazione di massa» (specie per il mezzo televisivo e i suoi programmi seriosi), e che è affidata a sketch basati su continui rovesciamenti di ruoli, situazioni e luoghi comuni della società britannica, del suo perbenismo, del suo “buonsenso” e delle sue istituzioni; allo stesso tempo, Alò sottolinea la cura nei confronti del loro materiale (che comprende anche le canzoni di Idle e le animazioni di Gilliam), la perenne volontà di cambiare e di mantenersi totalmente indipendenti (dalla BBC, dalla EMI) artisticamente ed economicamente, pur nell’assenza di un leader. Questo faceva sì che all’interno del gruppo ci fosse uno scontro costante tra le due personalità dominanti di John Cleese e Terry Jones, il primo un aristocratico inglese, il secondo un sanguigno gallese: intorno a loro si raggrupparono dei clan, da un lato la coppia di Cambridge (Cleese-Chapman) e l’isolato di Cambridge più giovane (Idle), dall’altro la coppia di Oxford (Jones-Palin) e l’americano (Gilliam) sempre relegato ai ruoli più marginali e disgustosi ma che si era amalgamato molto di più con gli oxfordiani per la sua propensione al fisico e al visivo. A impreziosire il volume, troviamo una prefazione (totalmente fusa) di Terry Jones e, in chiusura, due interviste allo stesso Jones e a Terry Gilliam, il Python più famoso per essere diventato il regista di culto di Brazil e L’esercito delle dodici scimmie.

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