lunedì 26 ottobre 2015

Marjane Satrapi - Pollo alle prugne

Ho profondamente amato Persepolis di Marjane Satrapi, graphic novel capace di raccontarmi qualcosa dell’Iran più di qualsiasi inchiesta giornalistica e di farmi provare interesse per la storia di questo Paese (la fine del regime dello scià, la rivoluzione degli ayatollah, la guerra con l’Iraq) grazie alla sua poesia, al suo umorismo e alla sua profondità. Proprio per questo ho affrontato questo Pollo alle prugne con molto timore, temendo di restare deluso da un’opera non all’altezza. Per fortuna, non è andata così. Se non è paragonabile a Persepolis né per lunghezza né per complessità, Pollo alle prugne è comunque una grande lettura. Ambientata nell’Iran monarchico nel 1958, è la storia di Nasser Ali Khan (prozio di Marjane Satrapi, la quale entra in scena ricordando di aver una volta conosciuto sua figlia), suonatore di tar (strumento persiano a sei corde simile a un liuto) cui, durante la più violenta delle loro crisi coniugali, la moglie Faringuisse ha distrutto il prezioso strumento. Non riuscendo a sostituirlo (il nuovo tar, per quanto raffinato, non può avere per la sua anima lo stesso suono del vecchio), il disperato decide di morire di inedia: il vero motivo è che per strada ha appena visto Irâne (che ha finto di non riconoscerlo), oggetto di un passione giovanile mai realizzata, e gli sembra intollerabile la vita con una donna (Faringuisse) che non ha mai amato e che ha sposato solo per far felice la madre («nella vita di coppia, il carattere è più importante del fisico»). Scandita in giornate (la settimana che precede la morte di Nasser Ali Khan) e animata dai deliziosi disegni stilizzati e monocromatici caratteristici dell’autrice (che si adattano alle varie situazioni, come quando utilizza lo sfondo in riferimento a episodi passati, futuri o onirici), l’opera racconta una storia tragica e struggente con tocchi da fiaba e da commedia e inserti onirici (l’incontro con l’angelo della morte Azrael e il racconto di questi alle prese con un mercante fifone): ogni giornata è l’occasione per rievocare la vita del protagonista, esprimere il suo disagio familiare, l’egoismo, il non sentirsi capito dai figli («Sto per crepare e tutti se ne fregano»), il rapporto con il fratello comunista, la morte della madre. Singolare che Nasser pensi di non morire perché la sua figlia preferita prega per lui, mentre a farlo è in realtà il figlio che lui non capisce e non sopporta. Grande esaltazione della potenza dell’amore (la musica incanta perché racchiude il dolore di un cuore spezzato). Il pollo alle prugne del titolo è il piatto preferito del protagonista, che lui sogna durante il suo digiuno e che era la specialità di sua madre.

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