lunedì 9 maggio 2016

Alexandre Dumas - L'armata del Reno. I Bianchi e i Blu - Parte I

Altro romanzo scomparso da decenni, altra nuova pubblicazione per Gondolin: questa volta è il turno di Alexandre Dumas, famoso soprattutto per il ciclo dei moschettieri e per Il conte di Montecristo ma generalmente associato all’infelice etichetta di “letteratura dei ragazzi”. Dumas era un genio e ha scritto tantissimo, anche se in Italia sono pochi i suoi romanzi presenti sul mercato perché scomparsi o ignorati. È questo il caso de I Bianchi e i Blu, che insieme a I compagni di Jéhu e a Il cavaliere di Sainte-Hermine formano una trilogia ambientata tra la Rivoluzione francese e il periodo napoleonico che mescola personaggi noti e sconosciuti, storia e finzione: se Il cavaliere di Sainte-Hermine, scoperto una decina di anni fa, è stato pubblicato in italiano da Sellerio, gli altri due sono introvabili, ed è proprio qui che sono intervenute le Edizioni Gondolin. Si è deciso di cominciare a pubblicare I Bianchi e i Blu e I compagni di Jéhu a pezzi, per ragioni di costi (pubblicare due tomi da 800 pagine sarebbe stato controproducente), partendo dalla prima parte intitolata L’armata del Reno. Ci troviamo a Strasburgo, nel dicembre 1793: siamo in pieno Terrore, la ghigliottina continua a tagliare teste e i prussiani sono alle porte della città, che vive in una specie di fobia paranoica. E non è un caso che la ghigliottina faccia bella mostra di sé nel centro della città fin dalle prime pagine. Il re Luigi XVI è stato giustiziato e la Repubblica francese è in guerra contro i suoi nemici interni ed esterni che vorrebbero ripristinare l’ancien régime (i “Blu” erano i sostenitori della Rivoluzione, i “Bianchi” i sostenitori della controrivoluzione). La vicenda non è lineare, non vede un protagonista principale e si estende abbracciando l’azione di vari personaggi: potremmo dire che si sviluppa seguendo l’arrivo in città e il successivo passaggio al fronte, presso l’armata comandata dal generale Pichegru, del giovane Charles Nodier, spedito dal padre a Strasburgo per imparare il greco da Euloge Schneider, ex cappuccino ora commissario rivoluzionario (è incredibile quanti invasati prima di diventare rivoluzionari fossero preti, come il Cimourdain de Il Novantatré di Victor Hugo). Conosce il coetaneo Eugène de Beauharnais, diventa suo amico, combatte contro gli invasori, assiste alla fucilazione del conte di Saint-Hermine e ne raccoglie le ultime volontà, diventa il protetto di Pichegru. Grande spazio nella seconda parte è dedicato alla vita militare, alle operazioni belliche dell’esercito rivoluzionario contro i prussiani, alla bontà e alla spontaneità dei soldati francesi, tanto che si capisce che Dumas simpatizza con loro e ne celebra le gesta (bisogna notare che non resta mai neutrale, ma si riferisce sempre ai francesi dicendo “i nostri”); meno simpatia invece Dumas riserva per chi abusa del potere, come Euloge Schneider, fanatico estremista che cerca di sposarsi con una fanciulla che ricatta minacciando suo padre e per questo entra in rotta di collisione con Saint-Just (Schneider che fa aprire le porte della città per fare un’entrata pirotecnica è effettivamente un fatto storico che gli è costato la testa). Molte le scene memorabili: il brindisi di Schneider che beve dal collo di una bottiglia rotta tagliandosi le labbra; Saint-Just che condanna a morte un suo amico d’infanzia per essersi svestito prima di andare a letto e non aver rispettato l’ordine di restare vestiti per i militari; Saint-Just che legge della riconquista della città insorta di Tolone da parte di Napoleone Bonaparte e impone ai soldati di restare schierati ad ascoltare mentre vengono decimati dalle cannonate del nemico; la spia polacca di Pichegru travestita da suonatore di organetto; il sottotenente Faraud che combatte da solo contro un branco di lupi e poi baratta il grado di caporale in cambio di alcuni prussiani catturati. Per la cronaca: per portare a termine la pubblicazione de I Bianchi e i Blu sono necessarie altre tre pubblicazioni. Speriamo di farcela.

5 commenti:

  1. Sarei curioso di sapere quando usciranno i rimanenti tre volumi de "I Bianchi e i Blu". Personalmente preferisco attendere l'uscita totale prima di acquistarli.
    In questo modo evito di trovarmi con 1/4 di romanzo (nel caso si interrompa la pubblicazione per mancanza di vendite). Se poi non dovessero essere pubblicati tutti, c'è sempre l'alternativa e-book.
    Io preferisco di gran lunga la versione cartacea, trovo tuttavia esagerato il prezzo totale di 48€ circa (IBS) per i 4 volumi.

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  2. Peccato intraprendere un'impresa letteraria che di sicuro non avrà termine (come, ahimè, prassi della editoria italiota), quando si sarebbe potuta completare la serie su Maria Antonietta lasciata, naturalmente, incompiuta dall'Editore Pironti, mancando l'ultimo volume "Il Cavaliere di Maison Rouge", sempre ambientato nella stessa epoca rivoluzionaria del 1793, del quale esiste già una buona traduzione in italiano, opera meritoria del Sig. Alberto Gazzarri ma disponibile solo in formato Kindle... Carpe diem, Gondolin, carpe diem!

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  3. Posso solo dire che l'opera per il momento sta andando avanti, la seconda parte procede e siamo sicuri di pubblicarla in tempi brevi. La scelta della divisione in quattro parti è obbligata, un libro da 800 pagine sarebbe stato troppo oneroso per il volume di vendite che avrebbe potuto assicurare, soprattutto per un marchio piccolo come Gondolin. Quanto alla traduzione de "Il Cavaliere di Maison Rouge", il signor Gazzarri è stato da noi contattato ma ha rifiutato di concederci la sua traduzione per la pubblicazione, quindi non sappiamo veramente che farci!

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    1. Accidenti! Un vero peccato! Le sue parole molto decise mi hanno convinto nell'acquisto. Incrocio le dita nella speranza che la pubblicazione venga conclusa e non mi resta che augurarvi un "in bocca al lupo" per questo progetto editoriale. W DUMAS. SEMPRE!

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  4. Sarebbe interessante sapere chi sono i traduttori del romanzo, mancano indicazioni perfino sul sito della casa editrice... e sinceramente da lettore mi sono rotto di leggere traduzioni anonime, è davvero poco rispettoso!

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