In occasione
della festa di San Patrizio ho rispolverato il classico Topolino e la scarpa magica, del 1953 di Bill Walsh (testi) e Floyd
Gottfredson (disegni) che vede il topo più famoso del mondo in trasferta in
Irlanda per curare il singhiozzo e alle prese con il “piccolo popolo” della
tradizione folklorica. Uno scenario inedito e senza dubbio interessante, ma
soprattutto molto divertente. Al suo arrivo, Topolino si imbatte nientemeno che
nel sosia del cocchiere paraninfo Michelino Flint interpretato da Barry
Fitzgerald nel film di John Ford Un uomo
tranquillo, uscito un anno prima e sempre ambientato in Irlanda (con John Wayne come protagonista). Poi, l’atmosfera
rassicurante cede il passo a una storia soprannaturale, dal momento in cui il
macchinista del trenino sul quale Topolino viaggia viene trasformato in un’oca;
il nostro si imbatte nel re dei folletti (i famosi leprechauns) Verdeverde, un autentico briccone che possiede una
scarpa magica con cui può trasformare a suo piacimento o capriccio cose e
persone. Per esempio, ha tramutato il suo primo ministro in un re, trasforma gli
abitanti di un villaggio in uccelli, i bambini in diamanti e le belle ragazze
in cespugli di rose, perché «così devono essere le donne: belle, ma
silenziose!», ha condannato l’ex re Verdino a mettere i vermi nelle mele ed è
capace di lamentarsi dello splendore delle pietre preziose del suo palazzo
perché gli stanca la vista («Questa è una delle noie di essere re!»).
Ovviamente i nomi sono opera della traduzione italiana, che ha deciso di
insistere sul colore verde (come si vede anche nei nomi dei paesi: Verdemare,
Pratoverde, Verdone, Verdello) per via del fatto che il verde è il colore
nazionale dell’Irlanda. La prodigiosa scarpa magica passerà fortuitamente in
mano a Topolino, il quale contribuirà a riportare ordine nel mondo dei folletti
ma non nel modo tradizionale dell’eroe intrepido dal cervello analitico: infatti,
nelle storie degli anni Cinquanta, Topolino è piuttosto un antieroe travolto da
eventi dei quali sembra solo parzialmente in grado di cambiarne il corso,
nonostante la sua scaltrezza. È interessante notare come, nella storia, i
folletti producano ed esportano in tutto il mondo i rumori che si sentono al
buio di notte mentre si sta per prendere il sonno, e abbiano un ministero delle
scomodità domestiche preposto all’organizzazione di caminetti che fumano,
rubinetti che sgocciolano e finestre con i vetri che tintinnano. C’è pure la
gara di danza irlandese, l’immancabile zuffa generale e l’apparizione del
cavallo volante e parlante Pooka (qui chiamato Puka).
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