domenica 17 marzo 2019

Bill Walsh, Floyd Gottfredson - Topolino e la scarpa magica

In occasione della festa di San Patrizio ho rispolverato il classico Topolino e la scarpa magica, del 1953 di Bill Walsh (testi) e Floyd Gottfredson (disegni) che vede il topo più famoso del mondo in trasferta in Irlanda per curare il singhiozzo e alle prese con il “piccolo popolo” della tradizione folklorica. Uno scenario inedito e senza dubbio interessante, ma soprattutto molto divertente. Al suo arrivo, Topolino si imbatte nientemeno che nel sosia del cocchiere paraninfo Michelino Flint interpretato da Barry Fitzgerald nel film di John Ford Un uomo tranquillo, uscito un anno prima e sempre ambientato in Irlanda (con John Wayne come protagonista). Poi, l’atmosfera rassicurante cede il passo a una storia soprannaturale, dal momento in cui il macchinista del trenino sul quale Topolino viaggia viene trasformato in un’oca; il nostro si imbatte nel re dei folletti (i famosi leprechauns) Verdeverde, un autentico briccone che possiede una scarpa magica con cui può trasformare a suo piacimento o capriccio cose e persone. Per esempio, ha tramutato il suo primo ministro in un re, trasforma gli abitanti di un villaggio in uccelli, i bambini in diamanti e le belle ragazze in cespugli di rose, perché «così devono essere le donne: belle, ma silenziose!», ha condannato l’ex re Verdino a mettere i vermi nelle mele ed è capace di lamentarsi dello splendore delle pietre preziose del suo palazzo perché gli stanca la vista («Questa è una delle noie di essere re!»). Ovviamente i nomi sono opera della traduzione italiana, che ha deciso di insistere sul colore verde (come si vede anche nei nomi dei paesi: Verdemare, Pratoverde, Verdone, Verdello) per via del fatto che il verde è il colore nazionale dell’Irlanda. La prodigiosa scarpa magica passerà fortuitamente in mano a Topolino, il quale contribuirà a riportare ordine nel mondo dei folletti ma non nel modo tradizionale dell’eroe intrepido dal cervello analitico: infatti, nelle storie degli anni Cinquanta, Topolino è piuttosto un antieroe travolto da eventi dei quali sembra solo parzialmente in grado di cambiarne il corso, nonostante la sua scaltrezza. È interessante notare come, nella storia, i folletti producano ed esportano in tutto il mondo i rumori che si sentono al buio di notte mentre si sta per prendere il sonno, e abbiano un ministero delle scomodità domestiche preposto all’organizzazione di caminetti che fumano, rubinetti che sgocciolano e finestre con i vetri che tintinnano. C’è pure la gara di danza irlandese, l’immancabile zuffa generale e l’apparizione del cavallo volante e parlante Pooka (qui chiamato Puka).

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