I Protocolli dei Savi Anziani di Sion, il piano Kalergi che
vuole sostituire la razza europea con gli immigrati, i vaccini che provocano
l’autismo, l’Olocausto che non è mai esistito, le scie chimiche che avvelenano
il clima, l’11 settembre creato ad arte dagli americani, il falso sbarco sulla
Luna, il gruppo Bilderberg, il Deep State, i poteri forti, la terra piatta, il microchip sottocutaneo, il Nuovo
Ordine Mondiale, il demonio George Soros, i rettiliani. Questi
sono solo alcuni dei presunti complotti che affollano quotidianamente le nostre
bacheche Facebook e occupano i discorsi di molte persone, e non solo al bar. Il
ponderoso Il mondo sottosopra di Massimo Polidoro li affronta nel
dettaglio, smascherando bufale e fake news, ma lo fa (finalmente!) senza incolpare o
demonizzare il web o i social come fanno molti altri: in fondo, bufale, fake
news e teorie del complotto sono sempre esistite e sono state utilizzate
per colpire vari gruppi o le più disparate organizzazioni (i cristiani, gli
ebrei, i Templari, le streghe). Sono notizie spazzatura che fanno leva sui
meccanismi inconsci e l’insicurezza delle persone, sulla loro necessità di
individuare un nemico responsabile della loro insoddisfazione, spesso «sfruttando la naturale curiosità umana
per le notizie più estreme, emotivamente coinvolgenti e clamorose», sempre opposte alle notizie ufficiali
diffuse dal “sistema”. Anzi, sembra proprio che, per molte
persone, l’importante sia diffidare delle fonti ufficiali, che farebbero tutte
parte di un complotto per nascondere la verità. A questo punto, a seconda di
come la pensiate, potete anche smettere di leggere: tanto più che
Polidoro è darwiniano e nega ci sia un complotto gender in atto.
Si
pensa sempre che i complotti siano cose da poveri outsider paranoici, e invece
l’identikit di chi preferisce questo tipo di informazioni parla di persone tra
i 34 e i 54 anni, con un grado di cultura medio-alto, quasi sempre laureati,
con lavoro stabile e a volte impegnati nel sociale. Per questo Polidoro affronta temi come camera dell’eco, bolla
di filtraggio, polarizzazione, frame, deep fake, buyers cognitivi,
dissonanze e pregiudizi di conferma, insomma tutti quei tranelli
della mente che la fanno cadere in errore. Sono elementi che veri e propri professionisti
del settore utilizzano (e lo confessano candidamente ad anni di distanza!) per spacciare
notizie false o create ad arte per guadagnare e speculare sui bisogni
irrazionali delle persone; l’importante
è polarizzare il contrasto, non convincere ma aumentare le paure irrazionali
(l'emergenza, l'invasione, l'onda dei migranti) giocando sulle immagini già
presenti nella mente del pubblico. Un po’ come quelli che vendono cure
miracolose per guarire dal cancro come il metodo Bonifazio, la cura Di Bella, Stamina,
il metodo Hamer e la dieta Panzironi, o chi dice che le cure per il cancro
esistono ma vengono avversate dalle case farmaceutiche e dai medici a esse
asservite (dimenticando che «si
definisce “cancro” un’infinità di patologie, ciascuna diversa e complessa, e
dunque non può esistere una cura valida per tutte»). Ci
sono delle precise strategie che vengono adottate per screditare i falsi della
scienza nel tentativo di sostituirli con versioni di comodo offerte da
pseudoscienziati che fingono di aver fatto scoperte clamorose ma si rifiutano
di dimostrarle, venendo comunque dipinti da molti come novelli Galileo contrastati
da chissà quale potere forte.
I complotti nella storia esistono eccome (il Watergate), ma
sono imperfetti, perché è la realtà a essere imperfetta: le teorie paranoiche del complotto sono invece basate su
un'idea lineare che non prevede l'intervento del caso ma che divide il mondo in
buoni e cattivi: la messa in pratica è sempre perfetta e pianificata, senza
alcuna sbavatura, ed è sempre operativa, anche quando il complotto viene
denunciato. In ogni teoria complottista la posta in gioco è sempre il dominio
del mondo e coinvolge chiunque, soprattutto chi lo nega (subito accusato di far
parte del complotto); le teorie del complotto si fanno poi sempre più evolute,
ramificate e stratificate, con sottodiramazioni che riassumono l’intera storia
umana. Per questo i complotti sono eterni, al di sopra della storia, tanto che
ritornano ciclicamente come vere e proprie leggende metropolitane: è il caso della
leggenda dell’abuso rituale satanico a danno di bambini, al centro di inchieste
dell’FBI e di Scotland Yard a partire dagli anni Settanta grazie alla falsa
testimonianza di Michelle Smith, che raccontò in un suo libro diventato
bestseller (e poi rivelatosi un clamoroso falso) di essere stata violentata per
anni dai genitori satanisti. La cosa scatenò un’isteria collettiva per cui
molti altri ricordarono improvvisamente di essere stati violentati da piccoli:
celeberrimo il caso McMartin del 1983 con i bambini di un asilo di Manhattan
Beach in California che sarebbero stati violentati, costretti sa partecipare a
rituali satanici e ad assistere a film pornografici, mutilazioni di animali e omicidi di altri
bambini, per essere anche portati in aereo nel deserto o a Palm Springs, il
tutto nell’orario scolastico (tra i violentatori ci sarebbe stato anche l’attore
Chuck Norris). Ovviamente, i processi che furono imbastiti dimostrarono l’infondatezza
di una simile isteria ma anche la creazione da parte di psicologi e inquirenti di
false memorie attraverso la manipolazione: un’eco di tutto questo si è avuta
anche in Italia con il caso dei Bambini di Satana a Bologna e il Diavolo della
Bassa in Emilia, e continua ancora oggi a tornare a galla come nel caso del Pizzagate e di QAnon, secondo cui Donald Trump sarebbe l’eroe della luce che combatte l’abuso rituale pedofilo dei democratici di Hillary Clinton.
Polidoro ribatte colpo su colpo a tutta questa
proliferazione di complotti (l’appendice è interamente dedicata al
complotto più famoso di tutti i tempi, l’uccisione di John Fitzgerald Kennedy), dimostrando
che spesso, alla fine, i fatti sono più sorprendenti di qualsiasi fantasia
complottista. Purtroppo, ammette anche lui che simili operazione di debunking
(smascheramento e demolizione) sono inutili, tale è in noi il bisogno
irrazionale di avere nemici invisibili ai quali addossare la colpa delle nostre
insoddisfazioni e delle narrazioni in grado di catturarci con il potere affabulatorio.
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