mercoledì 23 gennaio 2008

J.K. Rowling - Harry Potter e il prigioniero di Azkaban

Questa volta il nostro maghetto deve vedersela con Sirius Black, un pericoloso criminale evaso dalla terribile prigione di Azkaban (da cui nessuno è mai riuscito a fuggire), ma ricercato anche dai babbani per aver ucciso tredici persone. Non avendo la giustificazione firmata dai suoi tutori (gli odiosi zii Dursley), Harry non può recarsi nel villaggio magico di Hogsmeade, poco distante da Hogwarts, ma contravviene a ogni disposizione presa dai professori per salvaguardare la sua vita. Tutti pensano infatti che Sirius Black, sebbene padrino di Harry, sia al servizio di Voldemort, abbia ucciso i suoi genitori e ora voglia uccidere anche lui. Per questo Black è braccato dai Dissennatori, spiriti maligni che rubano agli uomini felicità, speranza e voglia di vivere, che ora circondano la scuola e cercano Black per comminargli la più terribile delle pene: il loro bacio, che succhia via l’anima. Facciamo la conoscenza di Sibilla Cooman, professoressa di Divinazione (materia odiata da Hermione perché basata su capacità personali e non sullo studio) e del misterioso nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, Remus Lupin, benvoluto da tutti ma odiato dal professor Piton. Anche Hagrid è divenuto professore (Cura delle creature magiche), e mostra agli alunni come cavalcare un ippogrifo. Proprio l’ippogrifo, di nome Fierobecco, animale altero e suscettibile se provocato, ferisce alla spalla Malfoy dopo che questi lo ha offeso: per questo è accusato di essere una bestia pericolosa e viene condannato a morte dal Ministero della Magia (con ovvia disperazione di Hagrid). Ben presto però Harry scoprirà che, un tempo, suo padre, Sirius Black, il professor Lupin e un certo Peter Minus (da tutti ritenuto ucciso da Black) avevano fondato un gruppo illegale e non dichiarato di animaghi per proteggere Lupin che è un lupo mannaro (e per questo odiato da Piton, che vorrebbe la sua cattedra). Ma è Minus ad aver tradito i genitori di Harry, ad essersi finto morto e ad essersi tramutato in un topo, Crosta, l’animale personale di Ron Weasley (!). La vicenda si conclude, per forza di cose, con Harry e Hermione che tornano indietro nel tempo grazie alla giratempo (uno strumento che è servito a Hermione per frequentare tutte le lezioni scolastiche anche in contemporanea!) e fanno fuggire Sirius sull’ippogrifo appena salvato alla morte. Per il terzo romanzo della saga, i toni si fanno decisamente meno divertenti (eccezion fatta per il solito prologo a casa dei Dursley con l’episodio dell’insopportabile zia Marge, che sembra ricalcato sulle storie di Pamela Travers, la creatrice di Mary Poppins), anche se non mancano le solite cialtronate (il libro “Mostro dei mostri” che è feroce e rabbioso, il libro sull’invisibilità che non si riesce a trovare, e il ridicolo Sir Cadogan, uno spavaldo e vecchio cavaliere che monta un pony piuttosto grasso in un quadro della scuola, che passa il tempo a sfidare chiunque a duello e a inventare complicate parole d’ordine di accesso). Molto interessante e inquietante la caratterizzazione dei Dissennatori (e l’incontro di Harry con uno di loro sul treno per Hogwarts) e il rimedio previsto contro di loro (il cioccolato!), così come il fatto che il giovane maghetto cominci a confrontarsi con il profondo tema della conoscenza dei genitori e delle proprie radici. Azzeccato anche l’insegnamento del professor Lupin di combattere le proprie paure con il riso. Per fortuna manca il duello diretto con Voldemort e il discorso finale di Silente alla premiazione di fine anno con il conferimento dei punti extra ai protagonisti, ma la trama si fa davvero complicata e la zavorra è tanta: tra l’interminabile torneo di Quidditch (questa volta vinto!), l’aggiornamento delle scope (la Firebolt), i tranelli di Piton, l’odioso Draco Malfoy (per il quale renderei legale l’infanticidio), la Rowling sembra non riuscire più a uscire da un modello che si è ormai standardizzato (ma forse è proprio questo il segreto del suo successo). Comincia inoltre a sorgere il sospetto che, per tirarla in lungo, l’autrice sia in qualche modo stata costretta a inventare una storia per ogni personaggio. Come al solito, a fine anno cambia il professore di Difesa contro le Arti Oscure: neanch’io al liceo coi professori di matematica sono stato così sfortunato…

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