
Samantha Sweeting è un affermato avvocato di Londra, che sta per diventare socio anziano del suo studio legale (la Carter Spink): una brillante carriera che la porta a non concedersi mai un minuto di pausa, nemmeno dall’estetista, stressata com’è da contratti, appuntamenti, riunioni e telefonate. La sua vita lavorativa è scandita in segmenti di 6 minuti, durante i quali non può permettersi il lusso di essere improduttiva per non fare perdere milioni di sterline alla sua azienda. Proprio il giorno della sua nomina si accorge di aver commesso un errore, la mancata spedizione di una pratica riguardante un prestito per una società in bancarotta e la conseguente perdita di cinquanta milioni di sterline. Sconvolta, fugge dall’ufficio diretta chissà dove: in preda al panico e al mal di testa comincia a camminare e arriva nei pressi di una villa. Suona per chiedere un’aspirina e i padroni di casa (due bizzarri yuppy che praticano il “sesso alla turca” e hanno una nipote stronza che studia legge) la scambiano per la governante mandata da un’agenzia. Sempre sotto mentite spoglie (non rivela mai cosa le è successo), Samantha accetta il posto, convinta di sapersela cavare, anche se non ha la minima idea di come si cucini o di come si debba pulire una casa (è costretta subito a pagare mille sterline per procurarsi i sandwich che non sa preparare e per ricomprare i vestiti che ha bruciato stirando). Ovviamente l’amore non può mancare, e infatti si innamora del giardiniere di famiglia, Nathaniel (che possiede anche un pub ma odia gli avvocati), il quale decide di darle una mano nella sua patetica situazione mandandola a lezione di cucina e pulizie dalla madre. Pian piano, Samantha comincia a entrare in sintonia con il suo nuovo stile di vita e a rendersi conto di come la vita non è solo lavoro; improvvisamente, quasi per caso, scopre però che il suo licenziamento è stato solo la parte di una truffa messa in atto da un suo collega ai danni dello studio legale. Non solo: le viene riofferta la possibilità di diventare socia della Carter Spink. Il passato torna quindi a bussare alla porta e mette Samantha di fronte all’interrogativo di cosa vuole veramente nella vita. Come al solito, un romanzo leggero e brillante, che la Kinsella conduce con la consueta carrellata di situazioni buffe e in totale identificazione con la sua protagonista, simbolo di uno stereotipato ideale di donna super efficiente e affermata che, per errore, ritrova se stessa e la vita che falsi miti le avevano strappato (quando viene rilevata la truffa ai suoi danni e lei vuole continuare a fare la governante, i giornali eleggono Samantha simbolo positivo o negativo proprio in riferimento a questo modello di donna). È comunque una tematica in linea con il genere proposto, prevalentemente indirizzato a un pubblico di donne giovani, single e in carriera. Curioso che anche in questo caso, come negli altri romanzi dell’autrice, la protagonista abbia problemi con i genitori (il padre se ne è andato quando era ancora piccola, mentre la madre vive per la carriera). Spassosi i due padroni di casa che, intravedendo le qualità nascoste di Samantha, pensano bene di incoraggiarle a considerare la sua istruzione regalandole un libro di esercizi per bambini.