martedì 28 dicembre 2010

Roald Dahl – La fabbrica di cioccolato

Faccio fatica a parlare di questo libro in maniera obiettiva in quanto si tratta di un regalo e di una vecchia edizione degli Istrici Salani particolarmente affascinante grazie alle illustrazioni originali di Joseph Schindelman, ma sono davvero felice perché non solo si è rivelato perfetto dato il contesto natalizio nel quale ho compiuto la lettura, ma è soprattutto venuto a colmare una mia grave e colpevole lacuna: infatti, con mio grande biasimo, non avevo mai letto un libro di Road Dahl prima d’ora. Certo, avevo visto i due film (e la formidabile parodia di Futurama) che da quest’opera sono stati tratti, ma non poteva di certo dirsi la stessa cosa. L’espediente narrativo adottato dall’autore è tanto semplice quanto geniale: il mitico Willy Wonka (uno che ha costruito per un principe indiano un palazzo fatto interamente di cioccolato), favoloso proprietario di una prodigiosa fabbrica di cioccolato nella quale si è rintanato da anni, bandisce un concorso secondo il quale chi troverà uno dei cinque biglietti d’oro dentro le confezioni di cioccolato prodotto dalla sua azienda potranno visitare la misteriosa fabbrica e ricevere una provvista di dolciumi bastante per il resto della loro vita. Vincono la prova il grasso ghiottone Augustus Gloop, la viziatissima Veruca Salt, la detentrice del record di mesticatrice di gomme Violetta Beauregarde, il teledipendente Mike Tivù e il povero e affamato Charlie Bucket, che vive con i due genitori e i quattro nonni e ogni giorno mangia cavolo a pranzo e a cena (ricevendo una tavoletta di cioccolato in regalo soltanto per il suo compleanno). Tra caramelle giganti, alberi di zucchero e fiumi di cioccolato, i piccoli e antipatici bambini devono vedersela con la lucida follia del loro ospite, in un viaggio sempre più simile a un inconsapevole gioco al massacro ordito dalla figura inquietante di Willy Wonka, perennemente circondati dal suo esercito di Umpa-Lumpa canterini. Solo Charlie, accompagnato dal Nonno Joe, obbedisce alle regole imposte dal padrone di casa e dimostra di essere leale, scampando le tremende punizioni in cui incorrono meritatamente gli altri e venendo nominato erede di Willy Wonka, mentre i terribili Umpa-Lumpa, come una sorta di coro tragico greco, sottolineano con delle deliranti ma moraleggianti canzoncine la stupidità di bambini e genitori (veri colpevoli di un’educazione sbagliata). Un racconto fantastico pieno di magia, umorismo nero e intelligenza che riesce a insegnare qualcosa utilizzando la stessa logica incoerente dei bambini: Willy Wonka altri non è che un bambino troppo cresciuto, che dei bambini ha il modo entusiasta di affrontare le cose impossibili e di rispondere agli adulti stolidi e perbenisti. È difficile restare insensibili allo scenario descritto della montagna di cioccolato fondente piena di Umpa-Lumpa «legati in cordata per motivi di sicurezza» o alla scritta sull’ascensore in corrispondenza del piano 7  «GIUGGIOLE ALLA MENTA DA REGALARE AL BAMBINO DEI VICINI. GLI FARANNO VENIRE I DENTI VERDI PER UNA SETTIMANA». Indimenticabili poi i quattro nonni che vivono stesi su unico grande letto.

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