giovedì 9 agosto 2012

Peter Freestone (con David Evans) - Freddie Mercury. Una biografia intima

Nel mio soffermarmi su quel vero e proprio sottogenere che sono le biografie su Freddie Mercury (scritte da amanti, collaboratori e conoscenti, ognuno con il proprio punto di vista più o meno interessato), ero convinto che con questo ennesimo volume, scritto dal suo storico assistente personale e ripubblicato in veste degna da Arcana (dopo una fugace edizione pirata di Lo Vecchio tradotta coi piedi), si rasentasse il fondo del barile. Fortunatamente, mi sbagliavo. Ai non informati il nome di Peter “Phoebe” Freestone dirà poco o nulla, ma i fan di Mercury sanno perfettamente trattarsi di colui che, dall’ottobre del 1979, per dodici anni, non si allontanò mai di qualche metro di distanza dal cantante dei Queen. Da costumista del Royal Ballet di Londra, Freestone si ritrovò a rivestire i panni di segretario, valletto, maggiordomo, guardia del corpo, uomo delle pulizie, amico e confidente (ma non troppo) e, negli ultimi tristi giorni, perfino di infermiere. È chiaro che il buon Peter non è uno scrittore (e per questo è coadiuvato da tale David Evans) e che alcune cose sono state scritte apposta per ingolosire i fan (com’è logico, il Freddie privato vende molto di più del Freddie artista), quindi resta pur sempre il dubbio se tutto questo sia uno squallido lucro o se risponda invece a una precisa volontà di condividere determinati particolari con una comunità di adoratori leali e sinceri. Nei panni di biografo, Freestone tenta di sfatare miti e leggende su Freddie e, pur non evitando i soliti particolari sulla vita sregolata (l’assidua frequentazione di locali gay, il consumo di cocaina), mantiene sempre un certo riserbo sulle modalità di divertimento della star. Il suo tono è sempre pacato e rispettoso, quasi diplomatico e senza giudizi morali (completamente diverso da quello del passionale Jim Hutton, ultimo amante di Freddie e autore di un’altra biografia) tanto che la sua unica preoccupazione sembra essere quella di dimostrare di aver sempre fatto bene il suo lavoro, di essersi guadagnato sul campo la fama di “angelo custode” del cantante. In alcuni punti riesce a essere di una noia mortale (specie nel caso dei capitoli sulle preferenze culinarie del suo datore di lavoro o quelli dedicati a Garden Lodge, che Mercury aveva arredato personalmente, con la descrizione delle suppellettili e perfino della biancheria) e il suo stile è abbastanza caotico nel saltare di palo in frasca da un aneddoto all’altro (qualcuno è veramente divertente, come nel caso dell’incontro con Michael Jackson, con Freddie con i pantaloni sporchi di fango e schifato dall’idea di essere colpito dagli sputi dei lama del minizoo privato che fu costretto a visitare), ma nel complesso cerca di offrire un punto di vista diverso e finalmente convincente di alcuni aspetti della vita di Freddie, dal suo modo di lavorare alle tensioni con gli altri membri della band, dal modo di concepire le copertine degli album alla realizzazione dei videoclip. Se ne ricava un’impressione di grande creatività (spesso eccentrica, ma sempre coerente) e una dedizione al mestiere veramente encomiabile che faceva di Freddie un leader in studio di registrazione e sul palco, capace di raccogliere e perfezionare tutte le proposte provenienti dai colleghi (e molto si capisce del perché gli altri membri dei Queen, in particolare Brian May e Roger Taylor, non hanno più prodotto una nota decente da quel 24 novembre 1991, data della morte del cantante). Altri particolari rivelatori sono la sua straordinaria iperattività (non leggeva libri per non perdere tempo e odiava annoiarsi), la sua concezione del sesso (attività separata dall’amore e spensierata, da praticare senza grandi implicazioni emotive) e la sua tendenza a provocare litigi e dissapori con qualcuno per caricarsi prima di esibirsi dal vivo, senza dimenticare la sua infinita generosità verso amici, amanti e conoscenti, molti dei quali si approfittarono di lui in maniera indecente e spudorata, tanto che nel libro ricorre spesso ricorre spesso il titolo di una canzone dei Queen, Another One Bites The Dust, a scandire la caduta nella polvere di quanti tradirono l’affetto di Freddie. Della lunga fila di volti noti e meno noti che Freestone rievoca in ogni pagina, pochissimi furono però, per volontà dello stesso Mercury, ammessi a stargli vicino negli ultimi giorni di vita, forse per risparmiare loro la vista della sua costante e inarrestabile decadenza fisica dopo aver condiviso con loro risate e bevute. Chiude una serie di commenti personali e scherzose sulle varie persone che sono state citate nel libro. Insomma, niente di trascendentale, ma se siete fan dei Queen, dateci un’occhiata.

3 commenti:

  1. mai più ci sarà un dio come freddie

    RispondiElimina
  2. io ho solo 13 anni ma amo Freddie e i Queen come se gli avessi conosciuti. Sono tristissima che lui se ne sia andato e che io non lo abbia potuto conoscere ma se il povero Freddie doveva vedere i nuovi talenti di oggi è meglio che se ne è andato prima di vedere come si è ridotta la musica. Freddie forever <3

    RispondiElimina
  3. Ho sedici anni e purtroppo anche io non ho avuto modo di vederlo dal vivo o aspettare con ansia l'uscita di un suo nuovo album, di recente mi sono avvicinata ai Queen e di conseguenza a Freddie !è un artista strabiliante ,un vero genio ,i testi delle canzoni sono mozzafiato e gli arrangiamenti spettacolari! per come ci stiamo muovendo nel campo della musica credo che nessuno sarà in grado nemmeno di avvicinarsi alla sua capacità artistica.Anche se non centra molto ci tenevo a dire che proprio ieri ho finito di leggere la biografia scritta dal suo compagno jim hutton e ho pianto come non mai. E' un libro davvero coinvolgente e mi sembra di aver conosciuto Freddie e tutti i suoi amici! Sinceramente molti hanno giudicato questo libro come una violazione di privacy o un modo per jim di arricchirsi..beh io non sono pienamente d'accordo ..insomma se ciò che è scritto li è vero,come credo che sia,jim ha avuto 50.000 sterline di eredità per se ,quindi non credo abbia bisogno di altro.penso che jim abbia fatto bene a pubblicarlo perchè ha regalato a me, come credo a tutti gli altri lettori delle emozioni molto forti e in qualità di fan di freddie mi è piaciuto conoscere anche un suo lato nascosto. non sono del tutto certa però che freddie abbia voluto che proprio questo suo aspetto venga rivelato ..ma se jim lo ha fatto credo abbia avuto le sue buone ragioni e lo apprezzo per aver condiviso con tutti la sua vita privata!dopo questo sproloquio concludo. I still love you..too Freddie !

    RispondiElimina