È innegabile che la saga di Percy Jackson di Rick Riordan continui a godere di grande successo e popolarità presso gli adolescenti, tanto da aver generato ben due saghe letterarie (più vari spin-off e volumi aggiuntivi) e due trasposizioni cinematografici. Facile capire il perché: uno stile brillante, avventura, colpi di scena e una facile immedesimazione nei personaggi (facilitata dalla narrazione in prima persona), con il doppio piano della mitologia e dell’ambientazione contemporanea (gli Stati Uniti di oggi). Questo primo capitolo, Il ladro di fulmini, facente parte della prima saga Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo, ci fa conoscere il protagonista, Percy (diminutivo di Perseus) Jackson appunto, che vive con la madre e non ha mai conosciuto il padre, ma scopre di essere un semidio, nientemeno che figlio di Poseidone, dio del mare, e di possedere straordinari poteri acquatici. Viene attaccato dalla sua insegnante di matematica, che in realtà è un’arpia, e salvato da un suo professore in carrozzella, il centauro Chirone; anche il suo amico Grover, che ha sempre avuto una malformazione alle gambe, in realtà è un satiro (vegetariano).
Percy viene quindi portato nel Campo Mezzosangue (diretto dal dio Dioniso) per essere protetto e istruito, e qui apprende che il mito greco è sempre esistito e non si è mai estinto, anzi, si è semplicemente spostato da un luogo di potere a un altro: se prima il centro del mondo era la Grecia, ora sono gli Stati Uniti d’America e il Monte Olimpo si trova in un piano nascosto dell’Empire State Building. Viene a contatto con altri figli degli dei (Annabeth figlia di Atena, Luke figlio di Ermes), frutto del vizietto delle divinità di accoppiarsi con creature mortali, e scopre che, a seguito di una profezia (uno dei figli degli dei distruggerà e rivoluzionerà l’Olimpo) e di qualche disavventura (la Seconda Guerra Mondiale è stata una battaglia fra i figli di Zeus e Poseidone da una parte e i figli di Ade dall’altra), si è deciso di bandire relazioni tra gli dei e le donne mortali. Un po’ sul modello di American Gods di Neil Gaiman e delle narrazioni postmoderne, le creature leggendarie e gli dei vivono nel nostro mondo mescolate a noi ma celate dalla “Foschia”, che permette loro di nascondersi agli occhi dei comuni mortali (i quali invece avvertono in loro dei semplici difetti fisici): Ares è un motociclista (ed Efesto cerca di sorprendere lui e Afrodite installando delle telecamere), l’entrata per gli inferi è in uno studio musicale (i R.I.P. Studios), Procuste si fa chiamare Crusty e dirige una ditta di materassi ad acqua, Caronte vuole un adeguamento contrattuale. Ovviamente, le rivalità e i dissapori tra gli dei hanno delle conseguenze concrete sui figli, e Percy si ritrova ad essere accusato di essere il ladro della folgore olimpica e a dover andare a salvare nell’Ade la madre rapita: scoprirà di essere stato incastrato e che qualcuno sta cercando di far scoppiare una guerra tra gli dei.
Il romanzo paga un tributo al fantasy di formazione stile Harry Potter (come nei romanzi della Rowling, il protagonista e i suoi amici Annabeth e Grover forma un terzetto, mentre il Campo Mezzosangue con le sue squadre richiama la scuola di Hogwarts), e infatti racconta il classico percorso dell’eroe attraverso varie prove, dall’incontro con le parche ai confronti con il minotauro, Medusa dalla chioma serpentina, la chimera e il cane a tre teste Cerbero (che in realtà è solo bisognoso di qualcuno che lo faccia giocare), con una sosta nel paradiso artificiale di Las Vegas che rischia di fargli dimenticare la sua missione come Ulisse sull’isola di Calipso. Anche Percy Jackson, come Harry Potter, è un prescelto che sembra uno sfigato: in questo caso è dislessico e ha problemi scolastici. La dislessia viene affrontata non solo come problema ma come risorsa: infatti il dislessico, non potendo imparare le cose come le altre persone, deve inventarsi dei sistemi per affrontare i problemi, quindi è più creativo. Percy ha un cervello che è tarato non per vivere nel mondo contemporaneo ma per leggere il greco antico, mentre la sua iperattività è dovuta al fatto di essere dotato di riflessi da battaglia. Si capisce subito però che Percy non ha un grande rispetto per l’autorità né il pieno controllo della situazione, come prova il primo capitolo Disintegro accidentalmente la prof di matematica. Un bel messaggio per gli adolescenti, che spesso vivono problemi nella scuola e quindi sono incoraggiati a sentirsi speciali e chiamati a grandi imprese. Aggiungiamo che si tratta di un bel modo per immergersi nel mondo del mito greco divertendosi. C’è anche il tema della violenza sulle donne: la madre di Percy viene picchiata dal compagno Gabe il Puzzone, che ha già denunciato il figliastro a mezzo stampa. Per i più adulti, il fattore identificazione è molto minore e resta la consolazione di farsi prendere dal divertimento citazionista e letterario: a qualcuno potrebbe non bastare.