Il nome Fellowes è una
garanzia: Julian è l’autore della sceneggiatura di Downton Abbey e del
bellissimo film Gosford Park, oltre che di alcuni romanzi (Snob, Belgravia).
Jessica, sua nipote, giornalista, ha avuto l’idea di scrivere la serie dei “Delitto
Mitford”, legati alle sei sorelle Mitford, espressione di quel mondo
aristocratico inglese della prima metà del Novecento capace di scandalizzare la
società con la sua esuberanza, la sua vivacità ma anche il suo radicalismo politico
(dal nazismo al comunismo). Questo L’assassinio di Florence Nightingale
Shore è il primo romanzo della serie, che parte dall’idea di prendere
personaggi storicamente esistiti e di affiancarli ad altri fittizi per
risolvere un vero fatto di cronaca rimasto irrisolto all’inizio dei ruggenti
anni Venti: l’assassinio di Florence Nightingale Shore, ex infermiera durante
la Grande Guerra che viene misteriosamente uccisa sul treno che da Victoria
Station la deve portare a St Leonard-on-the-Sea per trascorrere una tranquilla
pensione. Niente di particolarmente originale, e già si intuisce che si
tratterà del solito giallo che trova le sue spiegazioni in un passato fatto di
amori, eredità e identità nascoste. Protagonista della vicenda è Louisa Cannon,
una diciottenne di bassa estrazione sociale che lavora come lavandaia insieme a
sua madre e arrotonda rubacchiando qua e là; lo zio paterno vorrebbe farne una
prostituta e la trascina nella stessa Victoria Station per portarla in treno da
un cliente pagante, ma alla prima occasione lei si catapulta fuori dal treno e
viene assistita da due agenti della polizia ferroviaria, che si trovano a dover
investigare anche sull’omicidio dell’ex infermiera. Louisa riesce a farsi
assumere come cameriera della nursery nella tenuta del barone Redesdale, padre
delle sorelle Mitford, dove stringe un legame di amicizia con la maggiore di
queste, Nancy (in futuro autrice dei romanzi Inseguendo l’amore, L’amore
in un clima freddo e Non dirlo ad Alfred). In qualche modo la
famiglia è legata a Florence Nightingal Shore: l’amica che doveva ospitarla a
St Leonard-on-the-Sea è la sorella della tata di famiglia e il barone Redesdale
ha servito nella sua stessa località in Francia durante la guerra. Louisa comincia
a occuparsi del caso, assistita da uno dei due agenti della polizia
ferroviaria, Guy Sullivan, che sembra essere interessato a lei e che continua a
indagare anche quando i superiori rinunciano all’idea di trovare il colpevole. Così
l’inchiesta procede su due binari: da un lato quella ufficiale, dall’altra
quella di Louisa e Nancy: inutile dire che, unendo i pezzi, si scoprirà la
verità. In realtà molti tirano in ballo Agatha Christie ma in realtà Guy e
Louisa non procedono in base a un metodo, anzi, mettono insieme gli indizi
quasi per caso. I capitoli (molto brevi) si alternano tra il procedere dell’indagine
e la descrizione della vita domestica dei Mitford ad Ashton Manor, un po’ Downton
Abbey e un po’ Saga dei Cazalet, ma bisogna chiarire che Jessica
Fellowes non è affatto Elizabeth Jane Howard e che gli aristocratici Mitford
non sono i borghesi Cazalet: gli appariscenti, frizzanti e altezzosi Mitford
non hanno nemmeno un briciolo del fascino della famiglia nobiliare di Downton
Abbey creata dallo zio Julian. La stessa Nancy, che doveva essere un personaggio notevole, è piuttosto
noiosa e non comunica molto fascino. La cosa più interessante è che sia Guy che
Louisa a un certo punto vengono licenziati. Molto carina invece l’idea dell’orrore
della Prima Guerra Mondiale e del sentimento di disonore maturato da chi ha
partecipato al conflitto per non aver potuto partecipare allo sforzo bellico e
al sacrificio patrio.
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